hakan sukur
20 Luglio 2021

Che fine ha fatto Hakan Sukur? L’attaccante ex Inter è tassista di Uber negli USA: “Ecco cosa mi ha fatto Erdogan”

By Roberto

Alla fine degli anni ’90 la formazione turca del Galatasaray diventava sempre più forte, tanto da disputare ottime Champions League. Merito anche di Hakan Sukur, attaccante di razza e considerato uno dei migliori giocatori di sempre del calcio turco.

Cresciuto nel Sakaryaspor e passato poi al Bursaspor, è proprio con la maglia giallorossa del Galatasaray che Hakan Sukur esplode, segnando gol a raffica.

Il bomber diventerà un simbolo del club turco, dove resterà dal 1992 al 2000 (fatta eccezione per una parentesi di soli due mesi al Torino, ndr). La valanga di reti messa a segno con il Galatasaray attira su di lui l’interesse di mezza Europa.

Sarà l’Inter ad accaparrarselo, nell’estate del 2000, ma la sua avventura italiana non sarà significativa. Solo 5 reti in nerazzurro, mentre l’anno successivo, al Parma, i gol segnati da Hakan Sukur furono appena 3.

Dopo un’altra esperienza fallimentare al Blackburn, in Premier League, il bomber turco decide di vestire nuovamente la maglia del Galatasaray per altre 5 stagioni, prima del ritiro nel 2008.

Ma cosa fa oggi Hakan Sukur? Dopo essersi ritirato, l’attaccante ha deciso di lanciarsi in politica, schierandosi con il partito di Erdogan. Ma il rapporto è peggiorato nel giro di pochi anni, tanto che Hakan Sukur è stato costretto a trasferirsi in California con tutta la sua famiglia nel 2015 a causa di un procedimento a suo carico per “insulti” allo stesso Erdogan.

L’anno successivo è stato emesso anche un ordine di arresto nei suoi confronti perché ritenuto vicino al gruppo terroristico che ha tentato di rovesciare Erdogan nel 2016.

Attualmente Hakan Sukur vive a Washington, dove lavora come tassista di Uber e vende libri.

“Hanno lanciato pietre nella boutique di mia moglie, i miei figli sono stati molestati per strada, ho ricevuto minacce dopo ogni mia dichiarazione – ha raccontato Sukur al Corriere dello Sport – Quando me ne sono andato, hanno rinchiuso mio padre e tutto ciò che avevo è stato confiscato. È stato un momento molto difficile per la mia famiglia”.