mario jardel
25 Gennaio 2021

Che fine ha fatto Mario Jardel, da bomber del Porto al flop con l’Ancona: “Mi sono liberato della droga grazie a mia moglie”

By Roberto

Quando arrivò all’Ancona, nel gennaio 2004, Mario Jardel aveva ancora 30 anni e tutte le carte in regola per aiutare il team dorico a restare in Serie A.

Ma le aspettative dei tifosi anconetani naufragarono miseramente. Jardel arrivò nettamente in sovrappeso e non riuscì mai ad acquisire una forma fisica presentabile, tanto da collezionare solo tre misere presenze nella sua avventura italiana. Jardel a giugno lasciò i biancorossi marchigiani, mestamente retrocessi in Serie B.

E dire che l’attaccante brasiliano aveva strabiliato l’Europa e il mondo intero fino a pochi anni prima. 168 gol in 175 presenze complessive tra campionato e coppe con il Porto (dal 1996 al 2000) non sono una roba di tutti i giorni, così come i 34 centri con il Galatasaray nella stagione 2000-2001 e addirittura i 55 gol messi a segno con lo Sporting Lisbona l’anno successivo.

Tuttavia, da quel momento in poi la carriera di Jardel è progressivamente precipitata: Argentina, Brasile, Portogallo, Cipro e Australia, il bomber verdeoro diventò più un’attrazione che un giocatore vero e proprio, fino ad appendere le scarpette al chiodo nel 2012.

Jardel, in alcune recenti interviste, ha parlato anche di come sia finito nel tunnel della droga durante le sue esperienze in Europa e anche del ruolo decisivo di sua moglie, che l’ha aiutato a vincere il pericolosissimo demone e a riprendere in mano la sua vita.

“Ora voglio dare ai miei figli una buona immagine – ha detto Jardel – Voglio fare lavori sociali affinché i giovani non commettano gli errori che ho commesso in passato”.