Che fine ha fatto Miss Simpatia? La rapper che dissava Fabri Fibra ha trovato una nuova “vocazione”
Miss Simpatia è un nome che ad alcuni potrebbe non dire niente ma che, per un certo periodo, ha generato scalpore, dibattiti, e anche qualche denuncia. Dietro questo pseudonimo si cela Sandra Piacentini, rapper marchigiana di Falconara, che ha saputo cavalcare (e poi decostruire) un personaggio tanto scomodo quanto potente. Oggi, quel nome d’arte è quasi un ricordo
Sandra Piacentini ha cominciato a farsi notare nel panorama musicale nazionale con un personaggio costruito ad arte: Miss Simpatia, l’ex (inventata) di Fabri Fibra, la “cattiva ragazza” che faceva rap senza troppi compromessi. Un’etichetta che la accompagnò a lungo e che lei stessa ha definito un esperimento promozionale ben riuscito e che nel tempo le ha portato anche qualche grattacapo. Celebre fu la querelle con il rapper Moreno, vincitore di “Amici” nel 2013, che sfociò in una denuncia per diffamazione nei suoi confronti. Ma la giustizia alla fine le diede ragione: secondo il giudice, la risposta della rapper era stata legittima e immediata, una reazione di “provocazione” a un attacco personale mascherato da freestyle.
Poi è arrivato il tempo delle trasformazioni. La gravidanza, l’esperienza di esibirsi con un pancione di otto mesi alle finali di “Sanremo Giovani”, e la pubblicazione della dolcissima ninna nanna rap “A te che verrai”, hanno cambiato anche la sua visione artistica. Da quel momento, Miss Simpatia ha cominciato a svanire, lasciando spazio a Sandra.
Oggi Sandra Piacentini ha deciso di utilizzare la sua arte all’interno di posti dove solitamente le persone non amano andare: in carcere. È nata così “theRAPia”, un format educativo e riabilitativo che porta il rap dentro le carceri. A Montacuto, ad Ancona, ha avviato un laboratorio che ha coinvolto decine di detenuti, diventando un vero e proprio punto di riferimento nazionale. Con l’aiuto di producer, docenti di metrica, freestyle e respirazione, Sandra ha costruito un percorso formativo e artistico, dove la scrittura può diventare anche qualcosa di più di un semplice sfogo ricreativo per le persone all’interno delle carceri. Il progetto è cresciuto fino a diventare un documentario e un piccolo fenomeno social, con decine di migliaia di follower su Instagram. Artisti come Emis Killa, Jamil e Shekkero hanno offerto il loro supporto, e alcuni ragazzi hanno potuto registrare brani e videoclip grazie anche a collaborazioni esterne.
Ora Sandra vuole portare “theRAPia” anche in altri istituti, come quello di Monza. “La burocrazia è il nemico più grande”, racconta, “ma l’impatto umano vale tutto”. E se ancora oggi qualcuno la ricorda solo per il dissing con Fibra o per il clamore mediatico che la circondava, forse adesso può dire davvero di sapere quanto la musica possa cambiare le vite, a cominciare dalla propria.