Che fine ha fatto Claudio Scajola? L’ex ministro dell’Interno del G8 è ora sindaco di Imperia (per la terza volta)
Nei giorni in cui è vivo il ricordo del G8 di Genova, a vent’anni di distanza, tornano in mente anche i protagonisti di una delle pagine più nere della storia recente italiana e della “più grave sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale” (Amnesty).
Tra questi c’è sicuramente Claudio Scajola, all’epoca ministro dell’Interno del governo Berlusconi II. Una gestione, quella del G8, che si rivelò fallimentare sotto tutti i punti di vista, con le pesantissime violenze delle forze dell’ordine (con particolare riferimento alla “macelleria messicana” della scuola Diaz e della caserma Bolzaneto).
Prima del ruolo di ministro dell’Interno, Scajola era stato anche sindaco di Imperia, eletto per ben due volte con la Democrazia Cristiana. Negli anni ’90 è poi passato a Forza Italia, diventando anche deputato e coordinatore del partito di Berlusconi.
Dopo il G8, fu costretto alle dimissioni per una frase agghiacciante su Marco Biagi, assassinato dalle Nuove Brigate Rosse dopo che il Ministero guidato da Scajola aveva tolto la scorta al professore universitario. Scajola disse che Biagi era “un rompicoglioni che voleva il rinnovo del contratto di consulenza”.
Nel 2008 fu ancora ministro per lo Sviluppo Economico, sempre nel governo Berlusconi, mentre nel 2018 è stato eletto per la terza volta sindaco di Imperia, carica che ricopre attualmente. Oggi Scajola è anche vice presidente dell’ANCI.
Scajola è stato coinvolto anche in una serie di procedimenti giudiziari, con 4 assoluzioni, 6 archiviazioni, 3 prescrizioni e una condanna in primo grado a 2 anni.