In molti, specialmente tra i tifosi interisti, ricordano le gesta dei grandi attaccanti degli ultimi decenni. Da Christian Vieri al fenomeno Ronaldo, da Oba Oba Martins a Mauro Icardi, passando per Adriano e Recoba.
Non tutti, però, rammentano Mohamed Kallon, approdato in nerazzurro all’età di 16 anni (nel 1995, ndr) e mandato più volte in prestito dalla Beneamata per farsi le ossa.
Lugano, Bologna, Genoa, Cagliari, Reggina e Vicenza. Kallon fa esperienza in Svizzera e in Italia, riuscendo a segnare diversi gol con la maglia del Grifone e confermandosi in Sardegna, in Calabria e in Veneto.
La crescita del giocatore convince l’Inter a dargli una chance. Il primo anno, stagione 2001/2002, è ottimo: 15 gol in 40 presenze tra campionato e Coppa UEFA. L’anno successivo non va altrettanto bene (solo 5 gol in Serie A), e nell’autunno del 2003 arriva la doccia fredda: positivo al controllo antidoping, otto mesi di squalifica.
La sua carriera proseguirà, ma con maglie diverse. Monaco, Al-Ittihad, AEK Atene, fino ad approdare negli Emirati Arabi Uniti, prima di decidere per il ritorno a casa.
Kallon cominciò a giocare nel… Kallon Football Club, squadra che lo stesso attaccante aveva acquistato nel 2002 per 30.000 dollari. Altre esperienze in Cina e in India, prima di fare rientro di nuovo in Sierra Leone, sempre nel suo Kallon.
Dal 2014 è allenatore della selezione Under-17 della nazionale sierraleonese, e nell’ultima stagione ha partecipato al corso per Allenatore Professionista di Prima Categoria – Uefa Pro. L’addio al calcio giocato risale al 2016.
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